Sal Salandra è stato introdotto al ricamo dalla suocera nei primi anni 80 per passare il tempo quando era ammalato o rilegato a letto. Cominciò a creare motivi tradizionali come fiori e uccelli, ma nell’ultimo decennio questo strumento è stato per lui un modo di esplorare i suoi desideri psicosessuali.
Il lavoro di Sal Salandra è la celebrazione delle sue fantasie e delle sue esperienze BDSM. Temi come la repressione, liberazione, mascolinità, identità sono desideri palpabili nelle sue immagini. Combina nelle sue creazioni la storia, la cultura pop e l’impatto che la chiesa cattolica ha lasciato su di lui. Avendo ricevuto un educazione cattolica, essendo la sua famiglia italo americana.
Sal Salandra all’età di 75 anni ha raggiunto una tecnica piena di dettagli, che portano noi osservatori davanti a emozioni quali: gioia, paura, catarsi ed eccentricità fetish.
Alcune delle qui presentate sono state selezionate per la mostra personale appena tenuta “Iron Halo” presso Club Rhubarb. Esse sono la testimonianza della liberazione dell’artista e una metafora delle molteplici forme del controllo sessuale.
La tecnica di Sal Salandra sembra la rappresentazione contemporanea di alcuni arazzi medioevali dove era presente uno storytelling come nelle opere di questo straordinario artista di Long Island, anche se qui il focus è incentrato sulle ossessioni fetish, il testosterone e la comunità leather di cui fa parte da molto tempo.
Se pensiamo al mezzo punto pensiamo subito ai lavori fatti a mano dalle nonne che creavano ornamenti per le feste, cuscini e quadri. Con Salandra gli stessi materiali e tecniche abbracciano tematiche personali e anti-convenzionali per i più. Sono infatti temi che rispecchiano quello in cui noi di TOH! crediamo: libertà personale, accettazione e abbattimento di alcuni taboo mainstream.
Hai trascorso 55 anni della tua vita come parrucchiere, che cosa ricordi di quel periodo?
La prima volta che ho fatto le onde con le dita con una ciocca di capelli, mi sono innamorata dei capelli. Amo creare nuovi modi di tagliare i capelli. Ho iniziato il taglio chop cut in modo che tutti i diversi strati indicassero due caratteristiche sul viso e sul collo. New York City si è innamorata di questo perché era libero, senza scoppi, si lavava e aveva un aspetto favoloso. È sempre stata una sensazione meravigliosa far sentire le persone bene e belle con se stesse.
Sei un artista autodidatta, mi dici quando hai deciso di usare l’arte come modo per esprime te stesso?
È iniziato nel 2015 quando un ragazzo mi ha commissionato a una libreria erotica di Los Angeles per fare dipinti erotici. È stato allora che ho iniziato a usare la mia sessualità, le mie fantasie e le mie esperienze di vita nel mio lavoro.
Il corpo muscoloso maschile è un soggetto molto piccante nei tuoi lavori. Me ne parli?
Il fisico maschile è così favoloso. Dio lo creò a sua somiglianza. Una figura sostanziale dell’umanità.
I genitali sono splendidamente modellati con un grande globo al di sotto, che contiene i poteri della vita stessa. Il capezzolo, i muscoli ornati dai peli sono tutti così visivamente appaganti. Come posso, da artista, non dipingere questa magnificenza?
Sono molto impressionato dai dettagli dei tuoi punti, dove riveli un torace coi capezzoli e poi i testicoli. Quanto tempo impieghi a concludere un lavoro?
Ogni punto dovrebbe far risaltare ciò che dice. I dettagli raccontano la storia sono tutti anche i più piccoli essenziali per completare l’intero quadro.
Il tuo lavoro esplora la sessualità queer, erotismo BDSM ma anche il cattolicesimo. Come fai a far coesistere queste tematiche?
La chiesa mi ha detto quanto sia peccaminosa l’omosessualità. Ho fatto un sogno bagnato intorno ai 20 anni, sono andato dal prete per confessarmi ma invece di trascinarmi nel confessionale, mi portò nella stanza sul retro e mi disse di inginocchiarmi davanti a lui e di raccontargli il mio sogno. Quando me ne sono andato, sapevo che stava rievocando ciò che era nel mio sogno. Quella è stata l’ultima volta che mi sono confessato.
Non ho più un rapporto con la religione. La mia connessione è con Dio. Lui mi dice cosa c’è che non va.
Daddies Leather dominanti e schiavi dentro una chiesa sono una tua fantasia?
Sì, è una delle mie fantasie, per l’esperienza che ho avuto con la chiesa. L’ultimo atto sadico sarebbe crocifiggere Cristo. Ho preso molta ispirazione dalla scena leather e dalle saune. Il che è stato tutto molto eccitante per me in giovane età. Come vedi l’uso del popper, Crisco, la frusta è tutto questo è diventato parte del mio linguaggio visivo nei miei dipinti da quelle esperienze.
Qui in italia viviamo nella patria del cattolicesimo soprattuto con la presenza del vaticano e del papa. Come comunità LGBTQ+ soffriamo e abbiamo sempre sofferto la loro presenza qual’è il tuo punto di vista?
La chiesa ci dice che l’omosessualità è sbagliata. Me lo dirà Dio, non un uomo o una religione.
La maggior parte degli italiani ha avuto un’educazione cattolica, anche tuo vero?
Sono cresciuto con una grande madre italiana, aveva un altare con le statue di Dio, della Vergine Maria e dei santi. Accendevamo candele per tutti loro ogni notte. Sono cresciuto cattolico, ma ora non mi identifico più come cattolico dai vent’anni.
Abbiamo affrontato molti cambiamenti come comunità LGBTQ+, come artista quanto credi dobbiamo ancora affrontare prima di essere completamente accettati?
Innanzitutto, crediamo in noi stessi. Quello che facciamo non ferisce gli altri. Dobbiamo educare i nostri figli che il dono del sesso non è un peccato ed dobbiamo essere fedeli a noi stessi.
Hai fatto parte del Tom Of Filland Art & Culture Festival come ti sei sentito? Cosa pensi del lavoro di Tom?
Sono stato onorato di farne parte. Mi è piaciuto vedere i lavori di Tom mentre crescevo perché mi ha fatto capire che non sono l’unico con questi pensieri.
Foto in apertura Sal Salandra, Scotty, 2019, Various Threads, 16 x 21 in
All Photos courtesy of Club Rhubarb